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«L'autore ci prospetta la storia di Robert Scott, reduce dalla guerra del Vietnam, come un caso clinico al contrario: ovvero sembra proprio che parta dal disturbo post-traumatico da stress del suo protagonista e gli costruisca la storia tutto intorno [...] E così Robert ci consegna la sua filosofia o modo di vivere: "Tutto questo, sia chiaro, vale sia quando si gioca in modo regolare che quando si bara: la concentrazione deve essere sempre massima, soprattutto quando si bara". Sì, questa potrebbe essere la chiave di volta del romanzo: barare con la vita cercando di dimenticare il trauma che ci ha creato il destino, dissimulare, usare il proprio disinvestimento emotivo contro la società che ci ha imposto e creato quel trauma, quello della guerra, usando il ricatto simbolico del concetto di patria. Giocando a poker si perde di nuovo il controllo sul proprio destino; barando a poker si riprende il controllo del proprio destino.» Dalla Prefazione della Dr.ssa Susanna Basile (Psicologa).